14 febbraio 2015

L'AFFAIRE "MARIJUANA"





di Iva Testa 

E oggi  parliamo di marijuana, argomento di grande dibattito e di attualità.
Per la prima volta  nella loro storia i cartelli messicani hanno visto precipitare la richiesta della cannabis. Entra in crisi il business miliardario che sino ad ora non aveva avuto flessioni. I dati forniti dalla polizia frontaliera americana  (US BORDER PATROL)non lasciano spazi a dubbi: la riduzione del traffico di erba nel 2014 é stata del 24% rispetto al 2011.

Cosa é successo? Nessuno fuma più spinelli? O si tratta di una stagione di arresti particolarmente efficace?

La risposta é più semplice ed é la legalizzazione delle droghe leggere in Colorado e nello stato di Washington. La vendita legale di marijuana ha portato oltre 800 milioni di dollari di nuovi introiti fiscali, ma ha anche cominciato a trasformare il tessuto criminale. La crisi delle organizzazioni a sud del Rio Grande, che hanno sempre inondato gli USA
di erba,é paragonabile alla crisi dei titoli del Nasdaq. 



Dopo tanti dibattiti ideologici c'é la prova che la legalizzazione é uno strumento reale di contrasto al narco-capitalismo. Le grandi obiezioni mosse dai proibizionisti contro l'esperimento di legalizzazione in USA sono le stesse  sostenute da  sempre dal proibizionismo europeo: aumento del mercato dei consumatori, aumento degli incidenti stradali, aumento della criminalità.

Allarmi smontati dall'esperienza reale. Non c'é stata catastrofe. Anzi, la polizia di Denver, in Colorado,ha registrato una diminuzione del 4% dei reati, nessun aumento di incidenti (che invece continuano  ad essere provocati dall'alcool).




Ma in Europa e negli Stati Uniti i vertici delle polizie continuano a sostenere posizioni proibizioniste, eppure nulla ha fermato la diffusione dell'erba e il suo consumo.

In Italia l'81% dei sequestri delle piantagioni di canapa indiana avviene nel sud Italia, quindi l'erba messicana diventerà l'antagonista dell'erba italiana. La legalizzazione non solo sta costringendo i cartelli ad abbassare i prezzi tagliando i profitti, ma i messicani devono anche
competere con la qualità: quella della mariuana  legale é certificata, catalogata e controllata e leggendo le didascalie delle bustine si possono conoscere effetti e composizione.




L''erba illegale spacciata dai messicani invece ha qualità minore a fronte di un prezzo alto perché contiene additivi, come l'ammoniaca ad esempio. Legalizzazione,quindi,porta anche a una riduzione degli effetti negativi e il mercato perde i segmenti più dannosi.

Le modalità per sottrarre la mariuana ai narcos sono molteplici: Colorado e Washington hanno liberalizzato la produzione e la distribuzione. Alaska e Oregon si stanno avviando verso la legalizzazione e la Florida deciderà sull'uso medico della cannabis. E in Italia che succede?.

Il primo passo del Ministro della Difesa Roberta Pinotti con la coltivazione da parte dell'esercito di marijuana per uso terapeutico aveva fatto sperare in un'accelerazione del percorso di legalizzazione, ma tutto si é fermato. 

Nel frattempo narcos e boss estendono il loro impero. Eppure sono ormai accertati gli effetti benefici dell'erba sui malati terminali e non solo. E' il momento di porre il tema della legalizzazione come battaglia di legalità, in contrasto con l'economia criminale e sottrarlo al controverso dibattito morale.

Solo in questo modo ci potremo allineare ai paesi più evoluti che hanno capito da tempo la necessità di un mercato di cannabis libero e legale.

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