22 febbraio 2015

ITALIA POVERA



di Iva Testa 

Secondo il Rapporto Caritas Europa una persona su tre é a rischio povertà nei sette paesi 'deboli' della Unione 
Europa (Italia,Portogallo, Spagna, Grecia, Irlanda, Romania e Cipro). E' l'impatto più violento della crisi economica..

In tema di povertà e di esclusione sociale, Caritas evidenza " un'Europa a due velocità": alla fine del 2013 il 24,5% della popolazione europea era a rischio indigenza 1,8 milioni in meno rispetto al 2012.




Nei sette paesi considerati più vulnerabili in seguito alla crisi, lo stesso fenomeno coinvolge il 31% della popolazione. L'Italia si posiziona su valori intermedi ( 28,4%), mentre il valore più elevato si registra in Romania (40,4%). Secondo Caritas il fenomeno é allarmante e la deprivazione materiale colpisce il 12,4% della popolazione.

Il numero di persone che vive in famiglie quasi totalmente prive di lavoro é aumentato in un tutti e sette i paesi europei. Caritas denuncia che la povertà e l'esclusione sociale determinate dalla crisi economica sono state aggravate dalle politiche di austerity e di spending review messe in atto in numerosi paesi dell'Unione Europa.

Torniamo in Italia. All'interno del disagio sociale due milioni e mezzo di giovani tra i 15 e i 29 anni  non studiano e non lavorano. Lo rileva l'ISTAT nel rapporto Noi Italia nel quale raccoglie le principali statistiche del paese. Peggio di noi sta solo la Grecia. E la popolazione invecchia. Al 1 gennaio 2014 ci sono 151 anziani, cioé un anziano ogni 100 giovani. Secondo l'Istituto di Statistica, il campanello d'allarme scatta in presenza di sintomi di rischio. E la lista é lunga; si va dal non poter sostenere spese impreviste, ad accumulare arretrati nei pagamenti, come mutui, affitti, bollette.




Il lavoro é il problema più grave: tra i 20 e i 64 anni, tradotto in percentuale  meno di sei persone su dieci, lavora. Nel 2013 infatti, il tasso di occupazione per questa fascia é calato, scendendo sotto quota 60%.
Queste cifre parlano da sole, sulla gravità del problema...

La domanda é solo una: quali sono le priorità della Poltica?

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