30 gennaio 2010

EMMA BONINO. CORRE SOLA. IL PD L'APPOGGERA' CON LA SUA DEBOLEZZA




di Iva Testa

Siamo ai nervosi nastri di partenza delle elezioni regionali di marzo.

Si definiscono le ultime candidature mentre è già partita la campagna elettorale.

Nella sfida per la guida della regione Lazio per il centro destra corre Renata Polverini, ex sindacalista dell'UGL e per la sinistra, Emma Bonino,vicepresidente del Senato e già europarlamentare. Scende in campo da sola, togliendo non pochi problemi ad un PD agonizzante, che l'appoggerà con la sua debolezza.

Eppure ha già sorpassato l'avversaria di tre punti nei primi sondaggi.

Emma Bonino è un donna trasversale ai partiti, ha combattuto e ottenuto due importanti vittorie con i referendum sul divorzio e sull'aborto, ora leggi dello stato.

E' sempre stata dalla parte dei diritti delle donne, a favore del divorzio e dell'aborto, ovvero per salvare le donne dalle mortali pratiche clandestine. Si è battuta sempre per la libertà di coscienza, di espressione, di pensiero. Ha difeso le donne sempre, comunque, a prescindere! Si è schierata contro la lapidazione delle donne musulmane e contro l'orribile pratica dell'infibulazione. A Bruxelles ha imparato le legislazioni di tutti i paesi d'Europa, che certamente sono nel Lazio o altrove, un patrimonio prezioso di riferimento.

Ha già detto che si occuperà di sanità, d'ambiente, d'immigrati...ed evidentemente di lavoro.

Emma Bonino non indossa casacche, è una donna colta, preparata e onesta..
Lo ha già dimostrato ovunque.

Noi crediamo che questa sua candidatura sia importante per tutte le donne e le auguriamo di vincere.

28 gennaio 2010

PADANIA. A 13 ANNI TENTA IL SUICIDIO. IN CLASSE LE DICONO:"PUZZI DI RUMENA"



di Grazia Gaspari

Una ragazzina si è gettata dalla finestra di casa: voleva morire! Fortunatamente si è rotta solo una gamba. I compagni di classe la allontanavano: “puzzi di rumena”. Effettivamente è rumena. Ma essere rumena, adolescente, magari un po’ bruttina (come si può essere bruttini a questa età) e essere costretta a frequentare compagnetti insulsi, può essere triste e deprimente. Se poi ci si sintonizza per caso su Radio Padania e si sente dire: “Crepate, voi che ci date dei moralisti e dei bacchettoni, crepate assieme a Satana. Noi siamo sicuri di salvarci; voi crepate pure", il problema è serio.
Il tentato suicidio per problemi razziali è accaduto a Solesino in provincia di Padova. Lo riporta il Messaggero on line. Il fatto però risale a una settimana fa. A divulgarlo è stato il Presidente dell’associazione “Alleanza romena” Adrian Teodorescu.

Ora, ad essere sotto accusa è la scuola media del paese dove vive la famiglia della “ragazzina che puzza di rumena”, istituto che comunque la tredicenne non vuole più frequentare. «Da qualche tempo Maria – spiega Teodorescu usando un nome di comodo – subiva un trattamento riservato e personalizzato dai propri compagni di classe, nella quale è l’unica immigrata».

Il post segue su http://www.agoravox.it/

20 gennaio 2010

FERRARA: "DETESTO EMMA BONINO SPERIAMO CHE PERDA LE ELEZIONI" MA I SONDAGGI GLI DANNO TORTO!




di Grazia Gaspari

Ho pubblicato su www.agoravox.it questo articolo che riporto su Sorelleditalia. Nei prossimi giorni parleremo anche di Renata Polverini. Ognuna di noi ha le proprie idee politiche e fa le proprie scelte. Noi come giornaliste cerchiamo solo di essere dalla parte delle donne, in particolare di quelle che lo meritano.

Bonino - Polverini. Battaglia tutta al femminile per la poltrona di governatore del Lazio. La campagna elettorale non è ancora aperta e già rotea la durlindana. E chi la fa roteare se non il più medioevale e furioso commentatore politico Giuliano Ferrara? Non so se sia giusto definirlo ancora commentatore, sarebbe meglio denigratore, sta di fatto che è sempre, troppo fuori misura. Ma la Bonino è ben piazzata nei sondaggi.
Ecco cosa scrive sul Foglio: “Detesto Emma Bonino, spero che perda le elezioni. E’ una intollerante, un’abortista sfegatata e una militante del torto negatore travestita da libertaria, una innamorata di sé dall’insopportabile accento vittimista, una cercatrice di cariche meticolosa e fatua, la complice non candida, ma molto candidata, del peggior Pannella, una pallona gonfiata come poche, un ufficio stampa ambulante, un disastro di donna en colère e di personalità pubblica. Aggiungo che un partito il quale accetta di candidare una simile prepotente dopo essersi sentito dire sprezzantemente: “Io corro, se venite anche voi, bene, sennò ciccia”, è un partito di dementi. Chiaro?”
Ed ecco cosa afferma a proposito del Segretario del partito dei dementi: “Bersani non ci sa fare. E’ proprio una cara persona, e molto competente in fatto di piastrelle e distretti e amministrazione locale, ma come segretario di partito non ci sa fare. Lo dimostra tra le altre cose l’orripilante, umiliante caso Bonino. D’altra parte nella sua lunga storia e tradizione politica, il Pci non aveva mai dato il potere di decisione politica agli emiliani, gente seria e operosa, capace di costruire modelli sociali e fare quattrini, ma inetti nella manovra, nella guerra, nella comunicazione politica”.

Eppure il Segretario del partito dei dementi questa volta, potrebbe portare a casa un risultato insperato. Infatti, stando ai primi sondaggi siamo a un testa a testa. L’istituto Crespo sostiene che il 49,5% degli intervistati ha scelto Emma Bonino, il 48,5% Renata Polverini, l’1,2% Roberto Fiore, lo 0,8% Michele Baldi. Il 28,4% del campione si è detto ancora indeciso.

Per un altro sondaggio realizzato da Affaritaliani.it, in vantaggio è la Polverini con il 51% delle preferenze, contro il 48% che opta per la Bonino. Secondo quest’ultima rilevazione, che analizza anche l’andamento dei singoli partiti, scende il Pdl rispetto alle Europee, l’Udc invece cresce.

Emma Bonino appare dunque ben messa, una posizione su cui nessuno avrebbe scommesso. E sembra proprio che il consenso salga in proporzione agli attacchi che le vengono rivolti. I maggiori provengono dall’area cattolica.

Avvenire, in un editoriale di Francesco D`Agostino, polemizza con Franco Marini che aveva invitato i cattolici del Pd a sostenere la Bonino, e si conclude con: “Questioni come la legalizzazione degli stupefacenti, la difesa del matrimonio e della famiglia, la tutela della vita (della vita prenatale, della vita in provetta, dei malati) marcano l`inconciliabilità tra il mondo radicale e il modo personalistico di pensare i diritti”.

Attorno ad Avvenire un coro di politici. L’ex Popolare del Pd Renzo Lusetti: “Scegliere la Bonino è un suicidio politico il suo nome fa fuggire l`elettorato cattolico”. “Se la Bonino vince me ne vado dal Pd”, aggiunge Paola Binetti, la teodem di via del Nazareno. “Sono un grande ammiratore di Emma Bonino. E` molto brava, molto preparata. Ma devo anche dire che per perdere, la sua candidatura va benissimo” è stato invece il de profundis del liberal ex Dc, Enzo Carra.
Eppure Bersani ha esortato a guardare ad Emma Bonino come ad “una fuoriclasse (...) fuori da quegli stereotipi con cui viene sistematicamente attaccata dagli avversari politici: anticlericale, laicista, abortista, femminista”, ma i cattolici hanno gli occhi bendati. Non conoscono più nemmeno la loro gente. Ricordiamoci del caso Englaro, durante i momenti più terribili della storia di Eluana, l’80 per cento degli italiani era schierata dalla parte di Peppino Englaro. Il voler vietare per legge e non per coscienza è un pensiero medioevale e la gente non è d’accordo.

Ferrara è il portabandiera di questa visione oltranzista e totalitaria e in ciò non è assolutamente distante dal pensiero, ad esempio, degli integralisti religiosi iraniani. Dio non è legge, è scelta!

Un amico che scrive anche per Agoravox e con cui si parla spesso nel nostro club di Facebook, Filippo Cusumano, ha provato a scrivere un’invettiva a Ferrara alla maniera di Ferrara, ecco come suona: “Detesto Ferrara, ho goduto quando ha perso le elezioni. E’ un intollerante, un antiabortista retrivo e acrimonioso e un aficionado delle ribalderie travestite da argomentazioni dialettiche, un innamorato di sé, il complice non ignaro dei peggiori politici che questo paese abbia mai avuto, un disastro di uomo, un contrabbandiere di paradossi nefasti mascherati da provocazioni pseudo Intelligenti”.

08 gennaio 2010

CON LE DONNE, CON IL POPOLO IRANIANO



Di Patrizia Notarnicola
Da Affariitaliani.it,
Mercoledí 06.01.2010

Madre e figlia, due donne che lottano per la stessa causa da Roma. Shahrzad Sholeh è rifugiata politica in Italia, da dove continua a battersi per la libertà del suo popolo con suo marito, Davood Karimi, presidente dell'Associazione Rifugiati Politici Iraniani in Italia. Azar l'Iran non l'ha mai visto, ma sogna di andarci presto. In una rinnovata atmosfera di libertà. E come loro migliaia di donne nelle piazze di Teheran sfidano i cecchini per la democrazia.

Azar Karimi ha 23 anni, è nata a Roma, studia giurisprudenza e l'Iran non l'ha mai visto, eppure ogni giorno sogna di andarci. E' il paese da cui 30 anni fa, sotto la dittatura dello Scià Reza Pahlavi, sono fuggiti i suoi genitori, oggi rifugiati politici in Italia. E' il paese in cui, dallo 12 giugno scorso, quando c'è stata la contestatissima rielezione presidenziale di Ahmadinejad, migliaia di suoi coetanei stanno animando le piazze di Teheran e di altre città contro "i dittatori". E' il paese per il quale Asha lotta organizzando manifestazioni, conferenze, dimostrazioni, insieme all'Associazione dei Giovani Iraniani in Italia, di cui è diventata presidente. E' preoccupata ma nello stesso tempo felice perché "siamo arrivati finalmente ad un punto cruciale per la storia iraniana. C'è la speranza che la dittatura finisca al più presto" dice ad Affaritaliani.it.

Sua madre Shahrzad, presdiente dell'Associazione delle Donne democratiche in Italia, qui ha una vita felice, perché "c'è libertà" spiega ad Affaritaliani.it. Aveva più o meno la sua stessa età quando ha cominciato a fare attività politica in Iran. Quando nel 1976 la monarchia cominciò a vacillare, fu una delle tante donne che si unirono al movimento anti-Scià. Accanto ai Mojahedin ed i loro simpatizzanti fu tra le prime a partecipare alla lotta per la libertà per i prigionieri politici. Rischiava il carcere. "Ed una volta entrati in carcere - racconta- nessuno sapeva se sarebbe uscito".

Ma anche dopo la caduta dello Scià, ben presto gli iraniani si resero conto che nulla era cambiato. Il 7 marzo 1979, meno di un mese dopo la caduta della monarchia, Khomeini ordinò l'imposizione del codice di abbigliamento obbligatorio per le donne negli uffici e nei luoghi pubblici. Le donne iraniane lo sfidarono e tennero una grande dimostrazione a Tehran l'8 marzo, il giorno della festa della donna. "La repressione dura da più di 30 anni- spiega Shahrzad - Dopo l'ultima falsa elezione, la gente non ce l'ha fatta più. E' stato il pretesto per uscire dalle case e dire basta. Le accuse di brogli si sono trasformate in occasione per manifestare contro un regime repressivo, oppressivo e autoritario".



Sharzad e Azar, due donne, madre e figlia che oggi dall'Italia lottano per la stessa causa: denunciano gli arresti e le uccisioni in Iran, chiedono il rilascio dei prigionieri politici (impossibile stabilire con esattezza il numero), sono convinte che la resistenza del popolo iraniano farà cadere il regime, per il quale le donne valgono metà degli uomini, non hanno diritti di proprietà, hanno poche possibilità di lavorare e sono obbligate a coprire i loro corpi per non "corrompere uomini virtuosi e morigerati".

Donne come Neda Soltani, volto e simbolo della Rivoluzione verde, colpita a morte dai cecchini durante una manifestazione. I suoi ultimi istanti di vita, ripresi da un telefonino, hanno fatto il giro del mondo tramite You Tube e i siti di informazione.

Ed è una donna anche il presidente del Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana, Maryam Rajavi, esule e rifugiata politica a Parigi dal 1982 a causa della repressione khomenista. Anche Maryam, laureata in ingegneria metallurgica all'università di tecnologia di Teheran, ha iniziato la sua attività politica contro lo Scià già negli anni '70 ed è diventata rapidamente una dirigente del movimento dei Mojahedin del popolo, un'organizzazione musulmana, democratica e nazionalistica che mirava all'instaurazione di un governo democratico, pluralistico e laico in Iran. Nel 1980 si è presentata alle elezioni legislative a Teheran ottenendo più di 250.000 voti.

"Le ragazze giovani, le donne e le signore anziane con la loro sorprendente presenza in prima linea, garantiscono il progresso della rivolta, nei confronti di un regime che sta giungendo al capolinea e sempre di più alla resa dei conti. Il popolo iraniano è ancor di più pronto per tutti i giorni della rivolta da qui alla vittoria finale" ha detto da Parigi la Rajavi. Ne sono convinte anche Azar e Sharzad, che dall'Italia chiedono ai Governi occidentali di non appoggiare il regime o, quanto meno di rimanere neutrali: il popolo iraniano - dicono- ha bisogno di questo aiuto dell'Occidente perché sta morendo sotto la dittatura del regime iraniano".

LA PROPOSTA. L'Associazione rifugiati politici iraniani si rivolge a tutti i partiti e le organizzazioni politiche italiane per proporre l'oganizzazione di una grande manifestazione di protesta di fronte all'ambasciata del regime dei mullah contro il massacro del popolo iraniano e per la solidarietà con le donne e gli uomini che sacrificano le loro vite per portare la libertà e la democrazia in Iran.

04 gennaio 2010

GLI INGREDIENTI DELL'AMORE




di Iva Testa
E' finalmente cominciato il nuovo anno..
propositi, desideri, richieste, sogni da realizzare...ognuno di noi ha rivolto lo sguardo in sù il 31 notte verso chi ci segue a distanza da millenni.....
Il Premier ha detto che bisogna fondare il partito dell'amore per contrastare l'odio crescente, lo stesso odio che gli è costato un duomo di gesso in faccia a Milano..
L'amore è un sentimento ampio..che si riconduce alla solidarietà, ai legami affettivi, alla riconoscenza verso quanti si prodigano per il benessere dei deboli..
La politica non ha niente a che fare con l'amore, caso mai con la ricerca di soluzioni giuste e adeguate per i cittadini del paese...
E per far questo esige rispetto delle regole, osservanza del dettato costituzionale,confronto serrato tra le parti, senza insulti o ingiurie..
Nell'annus horribilis appena trascorso abbiamo assistito a uno spettacolo degradante da parte della politica: leggi inefficaci o ad personam, scandali a luci rosse, disinteresse per le migliaia e migliaia di persone in povertà crescente, senza lavoro..
Il capo dello Stato, nel suo messaggio di fine anno, ha detto con chiarezza che non ci sarà ripresa economica senza fornire occupazione ai giovani e senza rilanciare il sud..
Napolitano ha anche ricordato che i poteri sono distinti, legislativo e giudiziario, e che le attese riforme devono essere condivise...
Siamo totalmente daccordo con Napolitano che ha scelto anche di andare su Youtube, riconoscendo alla rete il forte ruolo nel presente e, forse, insostituibile nel futuro...
Napolitano non ha parlato d'amore ma di tutto quello che concorre a determinare un clima di armonia.


Questi ultimi sono gli ingredienti necessari all'amore..
Non crediamo che siano nei pensieri del premier, preoccupato da sempre del suo successo personale, da ottenere a tutti i costi..
Non c'è bisogno di esibirsi in continuazione con smaglianti sorrisi per volere bene al paese che si governa..
Occorrono atti, difficili certo, ma costruiti con pazienza e senso della mediazione..
Noi possiamo stare a guardare o scegliere di far sentire la nostra voce con compostezza...
La rete ci aiuta..la useremo ancora di più....buon 2010 a tutte!