27 dicembre 2007

IL BAMBINO E L'AVVOLTOIO




di Grazia Gaspari

La foto che pubblico è brutale. Stride in questi giorni in cui siamo tutti affaccendati a fare regali, apparecchiare tavole, mangiare oltre misura …..
Ritrae durante una carestia in Sudan un bambino piccolissimo che striscia verso il campo profughi delle Nazioni Unite. L’avvoltoio alle sue spalle aspetta che il bambino muoia per mangiarlo.
Il fotografo che la scattò, Kavin Carter, morì tre mesi dopo per una forte depressione. La foto vinse il premio Pulitzer nel 1994. La situazione da allora non è cambiata.
La foto mi è stata spedita da un amico americano per ricordarmi di non sprecare cibo, di pregare per i tanti bambini che vivono in condizioni miserabili e se possibile di fare qualcosa per loro.
Per associazione mi è tornato alla memoria un caro amico, Dario, deceduto anni fa, persona che ho avuto la fortuna di incontrare. Prestava servizio in una casa nobiliare. Ogni sabato lui e sua moglie Tea (era una gran cuoca) cucinavano un bel pasto completo per i loro amici “barboni”. Poi Dario andava a portarglielo. Ci metteva tutta la mattinata perché vivevano ovviamente nei posti più disparati. E il sabato era il suo giorno libero! Lo ha fatto per anni e senza mai sgarrare una volta.
Ogni tanto lo accompagnavo. Quante cose ho imparato in quelle mattinate. Che lezioni di vita, di morale, di umanità e di generosità. Avendo più anni di me, durante la consegna dei pasti, mi raccontava tante storie. Una mi è rimasta particolarmente impressa perchè era la dimostrazione che se uno vuole.... può!!!
Dario aveva un amico portiere. Mentre Dario si poteva permettere, anche se con sacrificio, di portare un pasto ai "barboni", lui, avendo una famiglia numerosa, per quanto volesse, proprio non poteva togliere nemmeno una lira dal suo salario. A lui dispiaceva, finchè un giorno ebbe un'idea: cominciò a raccogliere giornali scaduti e gli spaghi con cui erano legati i pacchi degli stessi giornali o della posta. Lo stabile in cui lavorava era grande e ospitava numerosi uffici. Rivendeva poi carta e spaghi e ogni mese quel che riusciva a guadagnare lo distribuiva tra le persone che se la passavano male. Era il dopoguerra e molti non avevano lavoro ed erano in miseria.
L’altra sera il direttore del TG1, Gianni Riotta, intervistando Benigni, a proposito del Natale, ha ricordato gli angioletti del suo presepe di bambino che tenevano tra le mani la scritta: “pace agli uomini di buona volontà” chiedendosi se e quanti ne potessero ancora esistere. Di angeli di gesso son pieni gli scaffali dei negozi ….anche se, a onor del vero, non li ho più trovati con quella scritta.
Invece per quanto riguarda gli uomini di buona volontà in carne e ossa, credo che ce ne siano... tanti Dario e tanti amici di Dario che nel silenzio e nell’anonimato e senza alcuna ostentazione tendono una mano ai più deboli. Non si tratta solo di gesti materiali, quanto di disponibilità, di umanità, di ascolto...
Mi piace concludere questo post con la notizia che i dipendenti Rai hanno rinunciato agli omaggi natalizi per destinare quei soldi al sostegno di due iniziative a favore dei bambini africani del Kenia. Si tratta di un centro gestito dal missionario comboniano Daniele Moschetti, e di una casa di accoglienza di Kivuli per i piccoli senza famiglia, che fa capo ad un altro missionario comboniano, padre Renato Kizito Sesana.

09 dicembre 2007

UN BAMBINO DA SALVARE



di Grazia Gaspari

Magari fossimo in grado di salvare un bambino. Tuttavia qualcosa si può sempre fare, ciascuno a modo suo e secondo la propria personale inclinazione.
Uno dei detti giornalistici per antonomasia è: "bad news is news" . In realtà il mondo è inflazionato di bad news, quindi sarebbe ora di cambiare il detto in "good news is news". Noi donne impegnate nel campo dell'informazione dovremmo favorire le buone notizie. Parlare di cose buone crea un'atmosfera e pensieri positivi utili a pulire l'atmosfera mentale collettiva.
Si tratterebbe di una sorta di ecologia del pensiero che aiuta a scacciare le cupe forze negative che aleggiano sopra di noi come lo smog, a rendere le persone più rilassate, serene e disponibili.
Per questo riporto la notizia di un'iniziativa che si svolge nell'ambito dell'ottavo Summit dei Premi Nobel per la Pace (dal 13 al 15 dicembre in Campidoglio) e che riguarda i bambini.

I Diritti dell’Infanzia
per un mondo senza violenza



Venerdì 14 dicembre 2007 - ore 10:00-11:30
Sala Assunta - Ospedale Fatebenefratelli
Isola Tiberina – Roma


Sarà la voce di un ragazzo del Rajastan, Om Prakash, portato via all’età di cinque anni ai suoi genitori, e per tre anni costretto a lavorare nei campi per compensare un debito familiare, a parlare di non violenza e di diritti dell’infanzia all’8° Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace. Come ogni anno si terrà a Roma, dal 13 al 15 dicembre in Campidoglio organizzato dal Segretariato Permanente dei Summit dei Premi Nobel per la Pace.

Om Prakash è stato insignito dell’ International Children's Peace Prize per il suo impegno contro il lavoro minorile e la schiavitù. Il premio, istituito nel 2005, nel corso del 6° Summit dei Premi Nobel per la Pace, dalla Fondazione KidsRights, consiste in una statuetta, il "Nkosi" e in un fondo per progetti a favore dei diritti dell’infanzia.

Om Prakash racconterà la sua esperienza e quella di migliaia di bambini asiatici che ogni anno vengono venduti per essere impiegati illegalmente nella produzione di tappeti o nelle miniere. Fu salvato dai militanti di Bachpan Bachao Andolan, un’associazione indiana. Fu curato in un centro di riabilitazione per ex bambini schiavi e mandato a scuola. La dura esperienza non lo ha piegato anzi lo ha incoraggiato a lottare a favore della scolarizzazione gratuita e per garantire ai bambini regolari certificati di nascita, primo, fondamentale passo per proteggerli dalla schiavitù, dalla tratta, dai matrimoni forzati, ecc.. Il 3 aprile scorso, oltre duecento bambini sono scesi in piazza a New Dehli per protestare contro il lavoro minorile e chiedere al governo di intervenire, stesso giorno in cui la città accoglieva il summit del Saarc, l'associazione dell'Asia del sud per la cooperazione
regionale.

E a Ottobre, l’India che ha più di 12 milioni di piccoli lavoratori, ha introdotto una nuova legge che vieta di lavorare a chi ha meno di 14 anni.

L’Incontro di venerdì 14 dicembre, nell’ambito del Summit di Roma, è un’iniziativa congiunta tra la Fondazione KidsRights e l’Associazione Athenaeum N.A.E., in collaborazione con l’Ospedale Fatebenefratelli. Porteranno il loro saluto il Vice-Sindaco di Roma, on. Mariapia Garavaglia, e il Padre Priore dell’Ospedale, Fra Geminiano Corradini.
Interverranno poi tre Premi Nobel per la Pace: Mons. Carlos Filipe Ximenes Belo, già Arcivescovo di Dili, Timor Est, che si è battuto per far conoscere alle Istituzioni internazionali e al mondo la terribile condizione di violenza e oppressione in cui ha vissuto il suo popolo; Mairead Corrigan e Betty Williams, co-fondatrici di Women for Peace e Community for Peace People, che con la loro opera e la loro capacità di coinvolgimento hanno avviato il processo di pace tra la comunità cattolica e quella protestante in Irlanda del Nord.


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La Fondazione KidsRights è una fondazione olandese nata per sostenere i diritti fondamentali dei bambini nel mondo. KidsRights promuove progetti mirati a livello territoriale. I costi operativi sono coperti dai soci della fondazione e il 100% delle donazioni è dedicata ai progetti. Uno dei sostenitori è il vescovo sudafricano Desmond Tutu. Da quest’anno la Fondazione ha anche una sede operativa a Roma.
Athenaeum N.A.E. è un’Associazione culturale e umanitaria senza scopo di lucro, che tra i suoi fini istituzionali ha quello di promuovere, soprattutto tra i giovani, ogni forma di conoscenza che favorisca il superamento di differenze e pregiudizi culturali, religiosi e sociali, oltre al rispetto dei diritti e dei doveri universali della persona.

09 novembre 2007

PENNA O COMPUTER?



di Iva Testa

Un importante esperimento condotto nelle scuole americane e pubblicato nell'ultimo numero di Newsweek sostiene che l'abilità dello scrivere a mano perde terreno a favore delle tastiere dei computers.
E' un bene o un male?
La domanda non è peregrina visto che in ogni casa alberga almeno un computer , che viene usato da grandi e piccoli.
I primi allarmi dei pedagogisti datano 1990 e sostengono che un testo scritto a mano contiene una riflessione mentre uno scritto al computer o con il telefonino, assolve soltanto alla funzione di trasmettere un messaggio.
Un dato è certo: la tastiera è più rapida ed efficace ma inconsapevolente trascina la nostra scrittura verso una forma più sciatta e banale di espressione.
Esaminando questi studi verrebbe da dire: ritorniamo al vecchio quaderno. Ma in realtà ci troveremmo di fronte ad un vorticoso salto all'indietro, visto che, grazie ai computers, sono entrate in contatto tante popolazioni del pianeta.
Credo che sia opportuno non demonizzare le tecnologie, ma cercare di diversificare i mezzi di comunicazione.
Ai bambini si può tranquillamente insegnare ad usare una vecchia penna e un pc. Sarà lui che, crescendo, sceglierà quale usare e per che cosa.

01 novembre 2007

Una storiella edificante su un bambino handicappato



di Grazia Gaspari

In un giorno in cui tra orrore e sorpresa ci si chiede come sia possibile che una donna venga picchiata a morte da un giovane rumeno per una borsetta e ci si straccia le vesti e cercando misure forti contro simili atti criminali.... pubblico questo raccontino "edificante" che mi ha inviato un amico.
Per quanto riguarda i fatti di Roma, forse sarebbe stato sufficiente mettere qualche lampione in più ...Si corre sempre ai ripari quando i buoi sono fuggiti dalla stalla..... e in questi casi sono quasi sempre inutili. Il buon Aristotele diceva che di fronte all'insorgere di un problema occorreva intervenire subito, perchè a piccolo problema, piccola riparazione, diversamente....le riparazioni sono inutili!
Per quanto riguarda il raccontino edificante, lo pubblico perchè non possiamo chiedere ai politici di essere migliori se in primis non miglioriamo noi stessi..... Ogni brutta cosa che accade è in un certo senso anche nostra responsabilità. L'indifferenza, la trascuratezza, l'egoismo sono forze negative che rendono il nostro ambiente, la nostra famiglia, la nostra città, il nostro paese... l'intero pianetà asfittici, inquinati moralmente e senza ossigeno.



"Ad una cena di beneficenza per una scuola che cura bambini con problemi di apprendimento, il padre di uno degli studenti fece un discorso che mai più sarebbe stato dimenticato
Dopo aver lodato la scuola ed il suo eccellente staff, egli pose una domanda: "Quando non viene raggiunta da interferenze esterne, la natura fa il suo lavoro con perfezione. Purtroppo mio figlio Shay non può imparare
le cose nel modo in cui lo fanno gli altri bambini. Dov'è il naturale ordine delle cose quando si tratta di mio figlio?"

Il pubblico alla domanda si fece silenzioso. Il padre continuò: "Penso che quando viene al mondo un bambino come Shay, handicappato fisicamente e mentalmente, si presenta comunque una grande opportunità: quella di realizzare la natura umana e avviene nel modo in cui le altre persone trattano quel bambino."

A quel punto cominciò a narrare una storia: Shay e suo padre passeggiavano nei pressi di un parco dove Shay sapeva che c'erano bambini che giocavano a baseball. Shay chiese: "Pensi che quei ragazzi mi facciano giocare?"

Il padre di Shay sapeva che la maggior parte di loro non avrebbe voluto in squadra un giocatore come Shay, ma sapeva anche che se gli fosse stato permesso di giocare, questo avrebbe dato a suo figlio la speranza di poter essere accettato dagli altri a discapito del suo handicap, cosa di cui Shay aveva immensamente bisogno.

Il padre si Shay si avvicinò ad uno dei ragazzi sul campo e chiese (non aspettandosi molto) se suo figlio potesse giocare. Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso e disse: "Stiamo perdendo di sei punti e il gioco è all'ottavo inning. Penso che possa entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono" Shay entrò nella panchina della squadra e con un sorriso enorme si mise la maglia del team. Il padre guardò la scena con le lacrime agli occhi e con un senso di calore nel petto.

I ragazzi videro la gioia del padre all'idea che il figlio fosse accettato dagli altri. Alla fine dell'ottavo inning, la squadra di Shay prese alcuni punti ma era sempre indietro di tre punti. All'inizio del nono inning Shay indossò il guanto ed entrò in campo. Anche se nessun tiro arrivò nella sua direzione, lui era in estasi solo all'idea di giocare in un campo da baseball e con un enorme sorriso che andava da orecchio ad orecchio salutava suo padre sugli spalti. Alla fine del nono inning la squadra di Shay segnò un nuovo punto: ora, con due out e le basi cariche si poteva anche pensare di vincere e Shay era incaricato di essere il prossimo alla battuta. A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay anche se significava perdere la partita?

Incredibilmente lo lasciarono battere. Tutti sapevano che era una cosa impossibile per Shay che non sapeva
nemmeno tenere in mano la mazza, tanto meno colpire una palla. In ogni caso, come Shay si mise alla battuta, il lanciatore, capendo che la squadra stava rinunciando alla vittoria in cambio di quel magico momento per Shay, si avvicinò di qualche passo e tirò la palla così piano e mirando perché Shay potesse prenderla con la mazza.
Il primo tirò arrivò a destinazione e Shay dondolò goffamente mancando la palla. Di nuovo il tiratore si avvicinò di qualche passo per tirare dolcemente la palla a Shay. Come il tiro lo raggiunse Shay dondolò e questa volta colpì la palla che ritornò lentamente verso il tiratore. Ma il gioco non era ancora finito. A quel punto il battitore andò a raccogliere la palla: avrebbe potuto darla all' uomo in prima base e Shay sarebbe stato eliminato e la
partita sarebbe finita. Invece...Il tiratore lancio la palla di molto oltre l'uomo in prima base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti dagli spalti e tutti i componenti delle due squadre incominciarono a gridare: "Shay corri in prima base! Corri in prima base!" Mai Shay in tutta la sua vita aveva corso così lontano, ma lo fece e così raggiunse la prima base.

Raggiunse la prima base con occhi spalancati dall'emozione. A quell punto tutti urlarono:" Corri fino alla seconda base!" Prendendo fiato Shay corse fino alla seconda trafelato. Nel momento in cui Shay arrivò alla seconda base la squadra avversaria aveva ormai recuperato la palla..Il ragazzo più piccolo di età che aveva ripreso la palla quindi sapeva di poter vincere e diventare l'eroe della partita, avrebbe potuto tirare la palla all'uomo in seconda base ma fece come il tiratore prima di lui, la lanciò intenzionalmente molto oltre l'uomo in terza base e
in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla. Tutti urlavano: "Bravo Shay, vai così! Ora corri!"
Shay raggiunse la terza base perché un ragazzo del team avversario lo raggiunse e lo aiutò girandolo nella direzione giusta. Nel momento in cui Shay raggiunse la terza base tutti urlavano di gioia. A quel punto tutti gridarono:" Corri in prima, torna in base!!!!"

E così fece: da solo tornò in prima base, dove tutti lo sollevarono in aria e ne fecero l'eroe della partita.
"Quel giorno" disse il padre piangendo "i ragazzi di entrambe le squadre hanno aiutato a portare in questo mondo un grande dono d’amore ed di umanità".

Shay non è arrivato all'estate successiva. E' morto nell'inverno, ma non si è mai più dimenticato di essere stato
l'eroe della partita e di aver reso orgoglioso e felice suo padre.. né dimenticò l'abbraccio di sua madre quando tornato a casa le raccontò di aver giocato e vinto"

"

27 agosto 2007

ANCHE I SANTI NON SFUGGONO AL GOSSIP. La dark night di Madre Teresa



di Grazia Gaspari

Chi ha fortuna, o la sfortuna, di diventare celebre, vivo o morto che sia, ha un nemico che lo insegue come un’ombra: il gossip. Qui, tutto è lecito, tutto si può usare... tutto può essere dato in pasto…... A divorare i putridi resti siamo noi. I dispensieri sono i giornalisti. I fornitori sono i parenti, gli amici…. i vicini al “famoso”.
Un esempio recente: il giorno prima della morte dell’ex coniglietta di Playboy, Ann Nicole Smith, avvenuta l’8 febbraio scorso, che ha riempito per giorni le pagine dei tabloid americani e non solo, fu pubblicata una sua biografia. Il libro, Train Wreck ("Il deragliamento") è stato firmato dalla scrittrice Stacy Brown e da Donna Hogan, sorellastra di Ann Nicole, che aveva deciso di raccontare quella che per lei era la vera storia di Vicky Lynn Hogan (il nome di battesimo della Smith): “una ragazza texana senza prospettive, che avrebbe fatto di tutto pur di raggiungere la notorietà …. Ossessionata dal suo corpo….. una ninfomane alla disperata ricerca di un uomo ricco da sposare”….. ecc. ecc.
Dal range della notorietà non sfuggono nemmeno “i santi”. Il 4 settembre, il giorno prima del decimo anniversario della morte di Madre Teresa di Calcutta, uscirà negli Stati Uniti il libro “Mother Teresa. Come, be my light». Si tratta di una raccolta di lettere, riservate e personali, inviate al proprio confessore, in cui la missionaria parla dei propri tormenti spirituali, del “vuoto interiore”, dei dubbi e del senso di sconforto legati al proprio personalissimo cammino verso Dio. Madre Teresa che più volte fossero distrutte.
Il portavoce delle Missionarie della Carità, nonché postulatore nella causa di beatificazione, certo padre Brian Kolodiejchuk, però, ha deciso di disattendere la volontà di colei che presto dovrebbe diventare “santa”, in nome di un bene superiore: “l’esempio per la comunità cattolica. Madre Teresa, infatti, nonostante il vuoto interiore di fede, aveva continuato a credere nel Signore e a fare del bene”.
Il libro venderà milioni di copie. Tant’è che il giornalista Pablo Trincia, nell’intervistare a New Delhi padre Brian, domanda: “Una coincidenza o un’astuta operazione commerciale? «Mi creda, non si tratta di un’operazione commerciale, ma di una serie di coincidenze – risponde padre Brian - Quelle lettere sono venute fuori solo di recente. È stato l’arcivescovo di Calcutta a farmele avere. Ci è voluto molto tempo per trovarle».
Il Vaticano tace. Le crisi mistiche della religiosa erano state già rivelate ai tempi dell’avvio del processo di beatificazione e le lettere erano state inserite negli atti. Eppure non dovrebbe tacere perché qui non ci troviamo solo davanti al non rispetto della privacy, qui ci troviamo davanti all'illegalità:
1. si violano le volontà della missionaria che aveva più volte chiesto di distruggere quelle lettere.
2. Si viola il segreto istruttorio. Infatti, il processo di beatificazione non è ancora concluso e, dunque, essendo le lettere agli atti, non possono essere pubblicate….. come recita il Diritto Canonico e quello civile.
Perché esporre Madre Teresa di fronte all’incoerenza della fede quando lei stessa non ha sentito la necessità di esplicitarlo pubblicamente? Per tutta la vita ha operato a fin di bene e nel bene. Cosa sentisse nel cuore è una personalissima questione che appartiene al rapporto tra lei e Dio.
Farebbe bene, dunque, padre Brian a tenerselo per sé, visto che tutto ciò è stato rivelato in un contesto privato! Diversamente, lui sì, si espone alla critica di voler sfruttare la potente scia di Madre Teresa per vendere tante copie, fare un nuovo best seller e apparire così nella luccicante società dell’informazione.

02 luglio 2007

SUFFICIENTE




di Grazia Gaspari

Oggi vi parlo di suor Grazia. Su di lei e Associaciòn XXI feci anni fa un reportage, ma ritorno su di lei in occasione di una manifestazione di beneficenza che si è tenuta al teatro Eliseo di Roma.
Suor Grazia vive da anni in Bolivia, al servizio "dei senza voce e dei senza diritti che nascono e muoiono senza vivere"
La raccolta della serata serviva per l'acquisto di un trattore agricolo da far lavorare a rotazione in tante piccole comunità sperdute della provincia di Mendez, dove i campesinos usano ancora aratri di legno tirati a spalla o da un asino.
La serata è stata aperta dalle parole di suor Grazia: : "aiutateci a raggiungere almeno il SUFFICIENTE per andare avanti, per cambiare qualcosa, per dare a tanti piccoli dal futuro corto, la possibilità di assaggiare una vita differente. Ho usato la parola sufficiente non a caso. La settimana scorsa, un'anziana signora, seduta sul muricciolo dove tanta gente si siede aspettando di entrare nella mensa che distribuisce il pranzo quotidiano a centinaia di persone, mi stava aspettando. Quando mi ha visto, mi ha abbracciato ed è scoppiata a piangere. Mi sono seduta accanto a lei e, tra pianto e singhiozzi, mi ha detto che da poco, aveva salutato sua figlia per sempre.
Le ho chiesto con tenerezza: "Perché abuela (nonna) dici per sempre?"
Il suo volto di India, solcato da profonde rughe che rendono indefinibile l'età ma dai tratti delicati ed espressivi, si è rasserenato un poco, ha preso la mia mano tra le sue e ha cominciato a raccontare (lo riassumo cercando di essere il più possibile fedele alle sue parole)...
"Hermana, i miei genitori erano i capi del villaggio dove sono nata, erano tenuti in grande considerazione ed erano molto rispettati. Dopo la loro morte tutto è cambiato. Sono molto anziana e malata e vivo del tuo aiuto. Mia figlia è emigrata e vive in un paese lontano. Non ha molte possibilità' e potrà' tornare solo per il mio funerale.
In questi giorni abbiamo parlato di tante cose...dei suoi figli, del suo lavoro, del legame che ci ha sempre unite, della nostalgia della terra, delle nostre usanze...Prima di abbracciarci e di lasciarci per sempre, l'ho benedetta con le parole che i nostri padri ripetevano ogni volta che qualcuno lasciava la famiglia:

Figlia mia, ti amo e ti auguro SOLO il sufficiente.
Un sole sufficiente per mantenere il tuo spirito sempre acceso e una pioggia sufficiente perché tu possa apprezzare ancora di più il sole ...
Sufficiente felicità perché la tua anima sia sempre viva e sufficiente dolore perché le piccole gioie della vita ti sembrino ancora più importanti...
Sufficiente guadagno per soddisfare le tue necessitò e sufficiente perdita perché tu possa, apprezzare ancora di più quello che possiedi...
Sufficiente bentornato da me, perché tu possa sopportare questa difficile partenza..."

Aveva poggiato la testa sulla mia spalla mentre recitava come una nenia quelle frasi colme di saggezza, e io l'ascoltavo, piangendo in silenzio, per paura di rompere quel momento di divino incanto.
Avevo ricevuto una tra le più belle e nobili lezioni di vita. Le ho scritte per non dimenticare e le offro a tutti voi.
A ciascuno di voi, auguro "il sufficiente" per vivere bene, senza troppo affanno, serenamente e col cuore sufficientemente aperto a chi ha più' bisogno.


Asociaciòn XXI Onlus
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UNA VINCENTE SCONFITTA




di Grazia Gaspari

Riprendo a scrivere il nostro Blog dopo l'ultimo post dedicato a Segolene Royal e alla sua per me certa vittoria alla presidenza della Francia. Ne ero così convinta che ho commesso l'errore di darla per sicura. Invece... nulla è mai certo....

Penso che la non vittoria di Segolene sia stata frutto di uno dei peccati capitali che dilaniano l'umanità: la gelosia. Infatti, ha perso la sua battaglia per 2 soli milioni di voti. 17 milioni di preferenze, contro i 19 milioni del suo avversario Nicolas Sarkozy. Al ballottaggio era partita da 9 milioni e mezzo contro gli 11 e mezzo di Sarkozy, ma in 15 giorni era riuscita a risalire fino a 17.

I suoi nemici non sono stati gli avversari politici, piuttosto il vertice del partito socialista che l'ha sostenuta solo di facciata e le donne “impegnate” del suo partito. Non dimentichiamo che alle primarie per la scelta del candidato all’Eliseo, ben 186 militanti, il quadro medio alto del partito, si schierarono contro definendola inadeguata. Eppure Segolene Royal aveva due lauree (scienze politiche e scienze economiche) ed era stata tre volte ministro (Ambiente, Famiglia e Istruzione).

Una gelosia strisciante diventa ben presto corrosiva.... si trasforma prima in non entusiasmo, poi in pettegolezzo che i media raccolgono e amplificano. Segolen poteva vincere..... a toglierle quei due milioni di voti è stato, secondo me, proprio l'eterno "Eva contro Eva" cui si è aggiunto per l'occasione, per mero interesse di bottega e non del paese, "Adamo contro Eva"....

Personalmente ammiro Segolene. E' una donna capace e di grande coraggio, bella ed elegante fuori e dentro e non la fermerà certo una prima vincente sconfitta.

05 maggio 2007

SEGOLENE SARA' PRESIDENT



di Grazia Gaspari


Segolene o Sarkozy? Lo sapremo presto. E secondo me, contrariamente a tutte le previsioni, nonostante non sia un'indovina dico che il nuovo presidente francese sarà madame Royal.Non lo dico per faziosità femminil-femminista, ma in base ad alcune semplici considerazioni.

1. I sondaggi incoronano Sarkozy e i giornali amplificando il risultato dei sondaggi, ipocritamente, lavorano per lui. Una battuta per tutte: “Madame Royal non si arrende: nonostante ben tre sondaggi d'opinione pubblicati nella notte la vedano ampiamente battuta dal suo ...” ecc. ecc. Si cerca così di convincere i francesi che Sarkozy ha già vinto e dunque ….. inutile opporsi alla forza del destino …meglio aderire. Un giorno si potrà sempre dire: anche io l’ho votata signor presidente!!!

2. Ma i sondaggi rispecchiano davvero l’orientamento dei francesi o non sono un po’ manipolati? Secondo l’opinione di qualificati osservatori, quasi l’80 per cento della stampa è controllato direttamente o indirettamente dalla lobby Sarkozy!!! Il ruolo ingessato e sostanzialmente inesistente dei due giornalisti chiamati a moderare il duello televisivo tra i due candidati, ne è la lampante dimostrazione.

3. L’80 per cento della blogosfera francese che non rappresenta certo l'establishment, è molto ampia ed è formata da persone che non essendo pagate da nessuno, si permettono di dire più liberamente ciò che pensano, sostiene al contrario della stampa ufficiale che in testa c'è Segolene!!! I blogger francesi saranno esagerati, velleitari…..? Ma... vox populi, vox dei sostiene un antico detto latino.

4. Il duello televisivo ha dato una chiara idea dei due contendenti, di chi siano, da dove vengono, dove vanno. Nicolas Sarkozy si è mostrato come un leader moderno, intraprendente. Con lui è la gran parte l’establishment francese la cui linea è quella dello zuccherino e del manganello…. O meglio dello zuccherino mostrato e del manganello dato… applicabile in tutti i campi: lavoro, economia, scuola, periferie, immigrazione, ecc. ecc. La lobby Sarkozy, infatti, è una lobby intraprendente, aggressiva e violenta come dimostrano tanti casi di persone o aziende colpite ingiustamente. Segolene Royal si è mostrata sicura, forte, propositiva, espansiva….. e ha di nuovo dichiarato di non aver potentati alle spalle e di voler rispondere solo al popolo francese. La sua linea è quella dello sviluppo possibile ma ad ogni costo ben rappresentata dallo slogan che caratterizza il suo sito “Desir d’avenir”.

La conclusione a questo punto è elementare Wathson. Ora, siccome alle elezioni è il popolo che vota e il popolo è più numeroso dell’establishment (nonostante le sue manipolazioni e i suoi inganni), e il popolo non ha voglia di sacrifici a fine perduto, di economie, di strette di cinghia, ecc. ecc. sono portata a pensare che Segolene Royal abbia più possibilità di farcela di quelle che affermano i giornali francesi e i loro sudditi italiani.

Quindi dico: SEGOLENE sarà PRESIDENT!!!

04 aprile 2007

MAMMA

Prendo e pubblico l'ultimo post di Sharon, una collega israeliana che ha un blog su La Stampa di Torino dal titolo "Israele la mia realtà", perchè lo trovo molto interessante.
Non solo Sharon descrive luoghi e situazioni che difficilmente si trovano nei resoconti ufficiali dei giornali, ma racconta attraverso se stessa, i suoi sentimenti, le sue convinzioni, quella che è la vita di un popolo, di una nazione, la sua, dalla storia tormentata e drammatica.
Il popolo ebraico non è il solo ad avere una storia difficile, ma tra le tante qualità ne ha una che trovo eccezionale: la capacità di saper trasformare il dolore in forza, di non arrendersi mai!
Vi consiglio di leggere il blog di Sharon non solo vi troverete ottime informazioni, ma è un esempio di come la sensibilità femminile riesca a cogliere aspetti importanti che sfuggono ai più.






di Sharon

Gia' da diverso tempo temo il giorno in cui mi svegliero' una mattina e apriro' la pagina dei blog di "La Stampa" per scoprire di essere stata tagliata fuori. Lo temo perche' non so' che cosa potro' provare...ma mi stupisce che non sia gia' successo visto che ho quasi del tutto abbandonato il mio blog.

Non voi colleghi blogger! Continuo a leggervi in silenzio...ma lo scopo del mio blog e' raccontarvi quello che succede in Israele e mi deprime farlo ultimamente...

Quella che vedete e' l' immagine in prima pagina nei gornali e nei notiziari israeliani...al nord sono iniziate le esercitazioni in vista di una presunta... prossima...imminente guerra con la Siria o addirittura l'Iran e la cosa mi deprime. Come al solito si parla di armi chimiche e le maschere antigas dovrebbero proteggerci ma credetemi che non si sopportano per piu' di pochi minuti...l' ho provato...ci si sente soffocare, e poi a cosa serve proteggere il viso quando tutto il resto del corpo e' scoperto?

Sul giornale, oggi, ci avvisano che alle 14:00 (ora locale) le sirene d' allarme di tutto il Paese verranno messe in funzione per un controllo..."non siate in ansia e' un falso allarme"...si' ma cosa lo causa?

Mi deprime...Come mi deprime scrivere un post e ricevere commenti del genere "Peccato che la tua Israele non vuole far vivere i palestinesi" di Benito o come questo scritto da Enzo " Sventolare cosi in alto una bandiera, parlando di luoghi strappati a gente che viveva serena, (...) mi ha stravolto la serenita'.Ora mi domando, visto che anche il tuo tempo libero lo dedichi a servire il tuo stato, come ci si sente a vivere in terra altrui dopo averlo cacciato o adirittura ucciso?, e con quale intento si prova a trasformare una realta' cosi negativa in ironicamente positiva?Se il tuo vivere sereno e' Israele, buona fortuna Sharon, io vi auguro quanto prima il trasloco..."

E se non e' antisemitismo questo... commenti del genere mi lasciano senza parole, mi provocano rabbia, nausea... e di nausee ne ho abbastanza, sono al quarto mese di gravidanza, ho improvvisi sbalzi d' umore e mi basta leggere pensieri del genere per rovinarmi un' intera giornata...e non ho le energie per rispondere...preferisco non pensarci.

Sto per avere un' altra bambina...il mio cuore si sta giorno per giorno riempendo d' amore e di gioia e da qui al giorno della sua nascita preferisco pensare alle cose belle della vita e non al razzismo, alla gente che soffre o a una possibile guerra.

Mio marito e' tornato da una settimana di servizio militare scosso e preoccupato perche' l'esercito si sta preparando per un possibile attacco siriano ad Agosto. Ma io ad Agosto devo partorire!...voglio i miei genitori vicini, voglio la musica di sottofondo, voglio che il mio ginecologo che e' anche un mio buon amico mi assista... non voglio mettere al mondo la mia creatura al suono della sirena e magari nei sotterranei dell' ospedale...non voglio pensarci. E per questo non leggo i giornali...e non vi scrivo...e mi manca la grande amicizia e il calore che ho trovato su questo sito.
Ma preferisco passare la serata fuori a cena con amici o con un buon programma in televisione o concentrandomi nella cronaca rosa attuale...sapevate che Leonardo DiCaprio e' stato la settimana scorsa in Israele perche' sta' con una fotomodella israeliana famosa di nome Bar Refaeli? Qui non si parlava d'altro.



L' altra sera guardavo la premiazione di Miss Israele e per un paio d' ore mi sono permessa di sognare che chissà forse un giorno una delle mie bambine sara' cosi' bella da diventare famosa. Ogni mamma lo sogna...ogni mamma sogna il meglio per i propri figli...e basta guardare le candidate al premio per capire come sono particolari le donne israeliane. Bellissime perche' per lo piu' figlie di matrimoni misti, con una affascinante femminilita' ma certo non donne-oggetto...come vedo succede nelle televisioni europee e come siamo soliti vedere. Una per una le candidate a Miss Israele di quest' anno sono esperte in Judo, Spinning, Subacquea, Paracadutismo, Kickboxing, chi piu' giovane, si prepara ad affrontare il servizio militare obbligatorio, chi e' gia' laureanda in Legge, Medicina, Informatica...insomma la donna israeliana e' una donna in carriera, che si fa valere..... non solo per le sue doti.. ehm..naturali...si' e' questo che sogno per le mie figlie...sono una mamma...non e' normale?
Le mie bambine sono un misto di quattro razze...Mia madre e' ungherese, mio padre e' nato in Libia, mia suocera e' dello Yemen e mio suocero dell' Uzbekistan...e sono portata a credere che le mie figlie abbiano ereditato soltanto i pregi di ognuno dei nonni...e di noi genitori...spero di non aver geneticamente trasmesso loro la mia suscettibilita', il mio carattere lunatico, il mio spirito irrequieto ed irascibile...i miei svariati difetti insomma e di sapere insegnare loro il modo migliore per vivere bene in questo mondo impossibile.
Insomma avrete capito che sto provando a trasformare il mio blog in qualcosa di piu' personale. Continuero' a raccontare Israele... ma lo faro' piu' nel mio micro, tramite le cose piu' comuni che mi capita di vivere, con meno politica e meno storie di dolore...A presto.

26 febbraio 2007

PICCOLE DONNE CRESCONO

E' un po' di tempo che non aggiorno il Blog. Ho cambiato tipo di lavoro e la nuova dimensione operativa mi ha totalmente assorbito. Ora pero' mi sono liberata e sono tornata al nostro Blog. In compenso nemmeno voi, avete avuto particolari slanci letterari o ideativi!!!
Per questo, vi propongo una lettura che esula totalmente dalla nostra dimensione femminile. D'altronde dobbiamo cominciare a gettare il pensiero al di la' delle nostre gabbie mentali e culturali. Dobbiamo crescere.
Il web non e' solo una dimensione tecnologica, informatica, e' una dimensione dello spirito di oggi. Noi donne siamo restie, ma sbagliamo.
Segolene Royale ha chiamato il suo sito Desir d'Avenir. Vale per la Francia, se volete per l'intero pianeta..... vale soprattutto per noi donne..... perche' per difendere i nostri diritti.... abbiamo proprio bisogno di avvenire, di scienza, di nuove frontiere.
Cosi' ho deciso di pubblicare il resoconto di un giovane studente della facolta' di Scienza della comunicazione di Perugia che a Londra ha seguito la conferenza "The future of web application" e che ha pubblicato sul sito http://mediasenzamediatori.org con cui noi siamo collegate.
Si tratta di un avvenimento importantissimo di cui nessuno in Italia ha parlato!!!

di Simone Breccia

Londra, nel cuore di Kensington presso la Town Hall, in un auditorium gremito di gente, dove quasi la totalità dei partecipanti ha il proprio Mac sulle ginocchia e un età che si aggira intorno ai 30 anni, ha avuto inizio ieri la conferenza the future of web application.

Degli nterventi di cu mi occuperò sul sito della iniziativa potrete trovare il podcastng in mp3.Dopo le presentazioni di rito, si è iniziato subito con l'intervento di Mike Arrington di TechCrunch che ha parlato del futuro delle Web Company, esordiendo con una domanda chiara: "il 2006 è stato un anno sano per il web oppure è stato solo l'inizio della bolla speculativa 2.0"?Nel 2006, infatti si sono investiti in venture capital nel web 2.0 più di 600 milioni di dollari ed anche se per un terzo riguardavano YouTube e Facebook, la cifra è notevole. La risposta di Arrington è secca: "No il Web 2.0 non è una bolla speculativa ed il meglio per quanto riguarda le applicazioni web deve ancora venire".Lo speaker ha proseguito illustrando quelle che sono le caratteristiche delle future Start Up e Web Company di successo: "Avere una buona idea, inventare un mercato, distruggere un mercato e rimuovere le frizioni". Ha poi continuato facendo degli esempi di compagnie con modelli validi come MyBlogLog, Amie St., e 1800free411.

La regola che sembra universale è "avere passione per quello che si sta facendo e non pensare troppo al denaro", e, se non hai un blog il consiglio è quello di iniziare subito a farselo. Dopo uno spotlight di AOL è stata la volta di Tara Hunt, nota experta di marketing web del gruppo Horsepigcow che ci ha parlato di come costruire comunità on-line, specificando subito che "non si tratta di costruire comunità on-line , ma di promuoverle".Ha continuato il suo intervento inquadrando i 3 diversi livelli di comunità, lightweight, social processes (come Digg, Last.fm, Del.icio.us, Craiglist), collaborative information(Youtube, Flickr) e l'high end collaboration (Wikipedia, Lostpedia, Couchsurfing), descrivendo poi quelli che sono i punti fermi per la creazione di una comunità: "Il divertimento, mantenere il dialogo ad alti livelli, imparare ad abbracciare il caos,fornire piattaforme di facile utilizzo, non scordarsi mai che i membri di una comunità innanzitutto sono media creator, ascoltare gli utenti ed essere flessibili e giocare sul ruolo dei sentimenti".La raccomandazione finale della Hunt è stata: "ricordatevi che le comunità on-line sono come i party, nessuno si deve mai annoiare".
La conferenza è andata avanti con due interventi molto mirati uno di Simon Wardley di Zimki (piattaforma di sviluppo javascript basata sull'engine SpiderMonkey di Mozilla che permette di sviluppare rapidamente i servizi e le applicazioni complesse web)esilarante, farcita di anatre e Tony Blair e l'altra di Ben Holmes di Index (società che si occupa di venture capital) su come reperire fondi per la propria web company.
Durante il coffe break girando per gli stand sono riuscito ad accaparrarmi in anteprima una versione di Microsoft Expression Web. L'atmosfera della conferenza era molto rilassata e tutti erano molto disponibili a parlare, confrontarsi e scambiare una battuta in un clima veramente confidenziale.
Molto interessanti sono state le "Lezioni su come costruire la più grande piattaforma sociale di musica al mondo" di Matthew Ogle e Anil-Bawa-Cavia, inglesi, giovanissimi, creatori e sviluppatori di Last.fm, una Web community musicale che sta riscuotendo un successo strabiliante già da diversi mesi e che è partita da un progettouniversitario.Ogle e Cavia hanno spiegato come è nata l'idea di Last.fm: "…connettere la gente che ama la musica..",Da questa esigenza è nato il progetto Audioscrobbler che si è poi sviluppato in Last.fm, comunità dove è possibile ascoltare la propria musica o la playlist del sito, condividerla e soprattutto scoprirla allargando la cerchia dei propri contatti, tramite una comunicazione osmotica.
La parola d'ordine nell'ufficio di Old street, vicino Brick Lane è "Talk with your users".Ogle ha chiarito poi quali sono i progetti futuri di Last.fm: più investimenti, più musica, un ambiente più ricercato, una maggiore personalizzazione ma soprattutto una semplificazione dell'interfaccia utente per avere meno barriere per entrare nel sito".
Successivamente è stata la volta di Bradley Horowitz di Yahoo che ha parlto dell' interazione sociale in Flickr e dell'utilizzo delle Tag e si è soffermato sul nuovo servizio Pipes spiegandone il funzionamento.
Durante lo spotlight, Amit Kothari, ex studente dell'Università di Bath, ha presentato il suo progetto chiamato Quotations Book, ovvero un sito dove si possono trovare citazioni da libri in base alla parola cercata.A chiudere le fila della prima giornata di lavori è Kevin Rose di Digg.Scrollandosi adosso il semplice appellativo di aggregatore di notizie, Digg è diventato un vero e proprio fenomeno, essendo risultato il sito web di news più usato negli USA da un target giovane.Digg, ha detto Rose, si basa essenzialmente sugli utenti che propongono le notizie ed i collegamenti, che vengono poi classificati e proposti nella prima pagina del sito in base ad un sistema di graduatoria non gerarchica ma basata sulla valutazione degli utenti della comunità.
Durante l'aperitivo offerto da Adobe ho avuto l'occasione di parlare con Tj Kang di Thinkfree, che offre un servizio Office online senza bisogno di installare nulla sul proprio Pc il softeware e con il gruppo di Soocial.com, tutti giovanissimi, olandesi che propongono un sistema di contact managment veramente intelligente.
Finito l'aperitivo la serata è proseguita a South Kensington con Simon, fondatore di Social, Kevin di Digg e Mark della Deutsche telekom per il party organizzato dalla Carson systems.


24 gennaio 2007

SOSTENIAMO LA BATTAGLIA DI ALESSANDRA DI STEFANO






Ida Baldi, dell'esecutivo nazionale del Sindacato Giornalisti Rai, ha sottoscritto l'appello lanciato dalla collega Alessandra Di Stefano per il suo ricongiungimento familiare. Si tratta di un contributo importante che volentieri mettiamo in risalto.



Cara Alessandra, come donna e cittadina provo rabbia e imbarazzo. Viviamo in un paese dove in nome della famiglia, tradizionale, s'intende, siamo costrette ad ingoiare sermoni infiniti sull'inattuabilita' dei pacs e del riconoscimento dei diritti degli altri, di chi non vuole o non puo' convolare a giuste nozze.
Viviamo in un paese dove una donna non e' tale se non e' moglie e non e' madre, eppure quando si tratta di permettere a una moglie o a una madre di svolgere il suo ruolo l'azienda che piu' di ogni altra si e' fatta interprete di un costume o di un'idea dominante rema contro, pone limiti, obietta, si intromette a gamba tesa nella vita piu' privata delle sue donne e dei suoi uomini.
Come sindacalista non posso che esprimerti la mia piu' totale solidarieta' e assicurarti che continuero' a porre il tuo caso, che e' anche nostro, al centro degli incontri di paritetica fra Rai e Usigrai, finche' non riusciremo ad avere una risposta degna di questo nome. Non sei la prima collega che chiede di raggiungere il marito o il compagno o la famiglia all'estero, in altri casi (ogni giorno ne apprendo di nuovi e ognuno e' prezioso!) l'azienda ha trovato una soluzione piu' o meno equa, trovo doveroso che non vi siano discriminazioni e che finalmente tu possa trovare un po' di serenita'.

17 gennaio 2007

QUANDO LE PAROLE DIVENTANO SASSI





Riceviamo questo intervento e volentieri lo pubblichiamo


di Mao Veronesi


Stiamo un pò perdendo , il rispetto e la parola pace per i cari defunti.

In un'era super tecnologica e sempre in sviluppo mi sono chiesto dove ci porterà Internet. Conosco quanto sia importante e utile questo mezzo per informarsi, per documentarsi, per interagire, per giocare, ma quando si tratta di ricordare i propri cari credo sia un mezzo superficiale di cui vergognarsi.

Al di là che ogni persona possa sentirsi libera di fare ciò che crede, io sono convinto che ricordare una persona su un forum sia un gesto senza senso. Prima di essere personaggi, quindi cantanti, attori, campioni sportivi, siamo prima di tutto persone, quindi portare in un forum la memoria di una persona scomparsa non credo sia un atto di rispetto. I forum piazze virtuali sono fatte per confrontarsi su vari temi, ma non quando l'uomo tecnologico trasforma la morte delle sue vittime in punto di discussione, opinioni, statistiche,sperimentazioni,buisness e confronti che a volte cadono in offese e insulti tra utenti stessi.

Credo che un campione come Marco Pantani che non deve mostrare la grandezza e la magnificenza delle sue imprese, quando si legge di lui su un giornale, su un libro... le emozioni narrate dallo scrittore e le emozioni trasmesse col cuore sono molto piu toccanti e reali. Leggere su Internet pensieri in quelle bacheche, guestbook, lo trovo piu pulito, piu trasparente, ogni persona lascia il proprio messaggio per il proprio caro.

Ho fatto parte anche io di un forum di un grande campione, allora c'era rispetto per il posto dove scrivevamo le nostre sensazioni e tra di noi; poi nessuno ha mai capito il legame di sensibilità che collocava la linea del giudicare, dall'offendere il prossimo.... ecco che poi grazie ad una carissima amica ho compreso il senso della memoria..... E' giustissimo documentarsi, leggere e capire i fatti di certi avvenimenti,

Ma quello che mi inorridisce è proprio il continuo ciarlare su un defunto che pretende solo pace e silenzio, a maggior ragione se personaggio pubblico, invece dobbiamo stare attaccati ad un cavetto per esprimere i nostri pensieri su una pagina chiamata forum. Scavare su fatti e vicende pubblicamente è un atto di insensibilità, ci sono organi, tempi (in Italia purtroppo lunghi) che si occupano di queste cose! Ecco perchè ho sempre condannato facendo anche degli errori l'inoperosità e la superficialità di certe persone nei confronti di aiuti reali, nel relazionarsi con il prossimo anche negli sbagli e nei gesti di vita.

Il mio appello spero serva a sensibilizzare l'animo di ognuno perchè la pace dei nostri cari resti trasparente e nel dovuto rispetto ma non ne sia fatta una marcia pubblicità!

11 gennaio 2007

CONCERTO DELL'ENSAMBLE LAUDANOVA

S.I.P.E.A. Convegno "Artisticamente"
Idee, percorsi, metodi per l'utilizzazione dell'arte nella crescita della persona
http://www.sipeaonline.it/


20 gennaio 2007
ore 18 Sala convegni
Concerto dell'ensemble Laudanova

Giovanni Sorgente
: voce, toun toun
Tullio Visioli: voce, flauti, harmonium
Elisabetta Crinella: flauto traverso
Riccardo Crinella: laud, saz
Gianfranco Benigni: violoncello
Pierpaolo Benigni: daf, darrabuka, udu

Ingresso Libero